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Antipasto

Canapè con lardo e cioccolato fondente 72%

tartina con lardo

Quella di oggi non si può definire una ricetta ma forse sarebbe meglio considerarla più un consiglio tra amiche. L’azienda agricola Al Berlinghetto mi sta dando la possibilità di assaggiare i loro prodotti. Tutti prodotti da alta qualità, prodotti da loro e curati nei particolari.

Sono salumi e insaccati che non hanno bisogno di nulla per essere esaltati, forse solo un buon pane di accompagnamento, quindi oggi vi da solo un consiglio su come gustare il loro lardo, morbido, salato al punto giusto e con una bella venatura, viene stagionato per 6 mesi e poi messo sotto vuoto per conservarne le caratteristiche.

Trancio lardo

Tempo fa ho provato questo accostamento e devo dire che mi è piaciuto molto, lardo e cioccolato fondente.

Vi basterà una fetta di pane sottile da usare come base, una bella fetta di lardo appena tagliata e un pezzetto di cioccolato fondente. Non esagerate con il cioccolato, fatene dei pezzetti piccoli così che i vostri ospiti possano farne un solo boccone. io ho usato un pane scuro ma potreste anche usare un pane al cioccolato senza poi usare le scaglie di cioccolato. Insomma vi consiglio di provare e decidere quale abbinamento preferite.

Canape lardo pp

Il lardo si sposa anche  benissimo con un pane caldo su cui adagiare le fette e farle sciogliere leggermente o con i marron glacè.  Insomma è un salume molto versatile.

Marron glacè e lardo

Vi ricordo che questi prodotti li potete trovare sullo shop online   dell’azienda Al Berlinghetto . Anche la cura nel confezionamento delle spedizioni dimostra la cura e l’amore dell’azienda per i loro prodotti e i loro clienti .

Sfoglie con crema di mortadella

Ci sono dei salumi che non hanno il rispetto che si meritano. Il prosciutto crudo è considerato uno dei migliori, ci sono varie tipologie, Parma,San Daniele, Iberico, Toscano, insomma ogni regione ha il suo. Per i salami pure, milanese, Felino, cacciatorino, soppressata , ecc, invece per la povera Mortadella la differenza è con o senza pistacchi.

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Azienda agricola Al Berlinghetto

salame al berlinghetto

Lo sapete che sono una gran golosa di salumi. Sarei capace di mangiare un salame intero da sola senza nessun problema, però deve essere uno di quelli buoni e ultimamente  sono stata molto fortunata perchè ho potuto conoscere un’ azienda agricola che produce dei salumi  eccezionali, l’azienda agricola Al Berlinghetto, collocata tra la Franciacorta e la Bassa bresciana, in un posto ideale per poter avere salumi e vini eccellenti.

salame al berlinghetto

L’Azienda Al Berlinghetto è situata in un’accogliente cascina ristrutturata in cui si sviluppa l’intero laboratorio ed il punto vendita, ma c’è anche la possibilità di assaggiare le specialità abbinate ad un buon vino della zona.

L’allevamento degli animali è in loco e  la preparazione di tutti i prodotti avviene rispettando l’antica ricetta norcina bresciana. La fase finale di stagionatura avviene in maniera del tutto naturale nelle vecchie cantine della cascina in cui le condizioni climatiche giocano un ruolo fondamentale permettendo la formazione spontanea di muffe, ed evitando così l’utilizzo di additivi . Ecco perché i salumi li possono mangiare davvero tutti! Sono privi di derivati del latte, glutine e aromi di sintesi.

etichetta salame

Fino ad oggi, per poter gustare questi salumi, bisognava recarsi in azienda per acquistarli, ma oggi viene inaugurato lo shop on line, dove potrete trovare tutti i prodotti dell’azienda. Dai salami crudi a quelli cotti, dal fiocco sgambatino al lardo, per non parlare poi dei salumi da pentola.  I prodotti vengono preparati e spediti in confezioni appositamente studiate per preservarli al meglio. Nei prossimi giorni vi farò vedere cosa ho scelto io, ma già ho adocchiato tanti altri prodotti che voglio assaggiare.

salame tagliato

Io vi consiglio una visita allo shop, ( seguendo questo link arrivate direttamente ) e fatevi ingolosire da queste bontà, poi mi direte se avevo ragione o no.

Io intanto ne approfitto e mi mangio una bella fetta .

 

 

La scoperta del Labneh

Mi piacciono le spezie, mi piace scoprire nuovi sapori, mi piace imparare la cultura e le tradizioni di vari paesi ma visto che ultimamente non riesco più a viaggiare molto cerco di imparare qui ed è quello che mi è successo domenica con Daniela Di Veroli, un’amica ma sopprattutto una fantastica chef di cucina internazionale e israeliana in particolare. Ci siamo conosciute un paio di anni fa ad una serata dove, guarda caso, dovevamo cucinare . In quella occasione siamo riuscite a conoscerci molto, ma poi l’amicizia è continuata per fortuna.

Domenica abbiamo fatto un brunch tutto di cucina israeliana, ma dove Daniela ci ha raccontato anche tantissimo della tradizione e delle varie contaminazioni dei popoli della zona.

Io ho adorato tutto, ma la cosa che mi ha colpito per l’estrema facilità di esecuzione e per la versatilità è stato il Labneh o Labnah. Una sorta di formaggio morbido fatto colando lo yogurt salato e poi servito con aggiunta di spezie o erbe aromatiche.

Il grande vantaggio è che si può preparare con lo yogurt normale ( meglio quello greco ), sia con quello al 4% o allo 0% di grassi, facendolo divenatare così un perfetto alleato nelle diete.

Per fare il Labneh basta 1 kg di yogurt greco a cui aggiungerete una presa di sale fino, a questo punto dovrete metterlo a colare in un colino o colapasta foderato con una garza pulita e bianca per evitare che il colore venga rilasciato. Daniela suggerisce di usare i teli di TNT , il tessuto non tessuto, pratici e facilmente reperibili ovunque.

Sotto mettete un recipiente che raccoglierà il latticello che uscirà e che potrete usare nelle ricette dove viene richiesto come in questa buonissima torta .

Ora dipende da voi quanto aspettare. Da un minimo di 3 ore a un paio di giorni a secondo di quanto lo volete denso.

Io ho usato lo yogurt 0% e l’ho fatto riposare per 1 giorno in frigorifero, ne ho ottenuto un formaggio cremoso ma consistente, tipo un caprino per intenderci, poi l’ho diviso in 3 ciotole, una liscia, una condita  con del sumac e la terza con lo za’atar che Daniela mi ha portato da Israele, ma potete anche aggiungere delle erbe aromatiche tritate finemente.  Un filo d’olio ed ecco fatto. Perfetto con pane arabo, pane croccante e anche verdure da intingere.

Per me è diventata una droga, se ho la ciotola davanti non riesco a fermarmi finchè non è finita.

Provate e poi mi direte se non ha conquistato anche voi .

Daniela Di Veroli organizza corsi di cucina a Milano e Roma , io se fossi in voi non perderei l’occasione. Il possimo corso a Milano a maggio sarà di cucina portoghese .  Io vi ho avvisato .

I miei gyoza giapponesi

Per anni ho fatto una gran confusione tra dim sum, gyoza e dumpling, poi alla fine ho deciso che sono la stessa cosa ( più o meno) ma in versione giapponese o cinese .

Quelli che faccio io li  considero gyoza, una sfoglia di pasta con un ripieno di maiale, cavolo e aromi.

Si possono cuocere solo al vapore ( dim sum) o passare alla piastra così che abbiano un solo lato croccante ( gyoza).

I più esperti di cucine orientali magari inorridiranno ma questa è la versione che a casa mia piace di più.

La pasta è molto semplice, otterrete una pasta setosa, molto elastica che sarà facilissima da stendere.

gyoza giapponesi
 
Prep time
Tempo di cottura
tempo totale
 
Author:
Recipe type: Antipasto _Primo piatto
Cuisine: Asiatica
Porzioni: 4
Ingredienti
  • Per la pasta per circa 25 gyoza :
  • 300 g farina 00
  • 150 g acqua bollente
  • 1 pizzico di sale
  • Per il ripieno:
  • 300 g carne di maiale tritata
  • circa ½ bok choy ( solo la parte verde delle foglie) o del cavolo cinese o del cavolo verza se non trovate nulla.
  • 1 cipollotto piccolo
  • 1 cucchiaio di salsa di pesce
  • 1 cucchiaio di olio di sesamo
  • 1 cucchiaino di fecola di mais
  • 1 cucchiaino di bicarbonato
  • 1 cucchiaino di 5 spezie
  • 1 pizzico di sale
  • 1 pezzetto ( circa 2 cm) di zenzero fresco gratuggiato
Spiegazione
  1. Per la pasta mettete la farina in un contenitore , unite il sale e l'acqua bollente mentre mescolate. La tradizione vuole che si mescoli con le bacchette ma potete usare anche una forchetta. Quando la farina avrà assorbito l'acqua, versatela su un piano e impastate a amno fino ad ottenere una pasta vellutata e liscia. Copritela bene con della pellicola e fatela riposare. Intanto preparate il ripieno.
  2. Tagliate il bok choy o la verza molto molto finemente, salate e lasciate riposare per circa 15 minuti .
  3. In una grossa ciotoa mettete tutti gli ingredienti e il bok choy che avrete sciacquato e strizzato per bene.
  4. Amalgamate tutti gli ingredienti.
  5. Ora stendete la pasta formando prima un salsicciotto di circa 3 cm di diametro, poi lo taglierete a fette alte circa 2 cm. Pressate leggermente con la mano ogni disco prima di stenderlo. Per non fare fatica potete stendere ogni disco con un mattarello e poi tagliarlo in forma rotonda con un coppapasta di circa 8-10 cm di diametro o seguire la tradizione e stendere la pasta facendo scorrere il mattarello ( deve essere sottile) sui bordi della pasta e girando il disco di pasta di ¼ ogni volta . La parte centrale deve rimanere più spessa per non rompersi con il ripieno .
  6. Mettete un cucchiaino di ripieno al centro di ogni disco, pinzate con la punta delle dita la parte centrale del raviolo e poi fate 3 pieghe rivolte verso il centro su ogni lato del raviolo .
  7. Cuocete i gyoza potete usare i cestini per la cottura a vapore o in una larga pentola con dell'acqua bollente per circa 5_8 minuti ( a seconda della grandezza) quando l'acqua sarà quasi del tutto evaporata, mettete sul fondo della padella un paio di cucchiai di olio di sesamo e fate dorare il fondo del gyoza.
  8. servire caldi con salsa di soya o salsa agrodolce piccante.

Vi metto delle foto passo passo della formazione dei gyoza

Potete variare un pochino la dose delle spezie o degli aromi per adattarla ai vostri gusti .